Web Agency, freelance e nuove forme di aggregazione

Da anni ormai, quando si pronuncia la parola Web Agency si pensa ad un’azienda che si occupa di risolvere problemi o costruire realtà online. Di norma, la parola stessa evoca (almeno in Italia) l’immagine di uffici e professionisti, tutti coinvolti nei propri compiti e tutti “vicini”.

Ma con il proliferare di servizi online che si occupano di fornire manodopera a prezzi stracciati, come nel caso di Fiverr l’idea che il singolo, un freelance, possa gestire progetti più complessi è credibile anzi, è a portata di mano.

A pensarci bene, già realtà come ProntoPro permettono di contattare specialisti dei servizi di marketing online e creazione dei siti web a cui chiedere di montare la propria azienda online, pezzo per pezzo.

Senza scendere nei particolari, la fiscalità italiana agevola la nascita di “web agency” costituite da freelance, che compongono i contrati e rispondono ai problemi dei clienti con soluzioni ad hoc, integrando o dividendo il team, che poi tale non è.

Si tratta dunque di soluzioni che permettono al cliente di selezionare i servizi di cui ha bisogno e richiedere, se necessaria, la supervisione di un Project Manager.

Un caso evidente di questa tendenza è l’esempio offerto dalla Web Agency palermitana Virtual Agency , realizzata dal Project Manager Francesco Giammanco e aperta a tutti gli specialisti che fungono da satelliti ai lavori delle agenzie web: fotografi, video maker, social media manager e altro ancora.

Palermo, come molte città del Meridione, offrono prezzi concorrenziali pur soffrendo della mancanza di un indotto tecnologico importante, che si ripercuote negativamente anche sulla fattibilità di progetti più complessi.

In ogni caso, il basso costo della vita e la presenza di una ingente richiesta nazionale e internazionale di lavori online permette alle Web Agency decentrate e ai singoli Project Manager di poter collaborare con professionisti provenienti da ogni parte del mondo.

L’idea di lavorare dividendo i guadagni secondo il numero di partecipazioni ai progetti e non in base al ruolo ricoperto all’interno dell’agenzia; forse non sarà la soluzione migliore in assoluto, ma per esperienza la soddisfazione di essere considerato “uno alla pari” mitiga le difficoltà economiche che possono nascere dall’inizio di un’attività come freelance.

In poche parole, il mondo del lavoro sta cambiando e anche le parole che definiscono luoghi e metodi di aggregazione cambiano con esso. A ben pensarci, una Web Agency è solo un’attività congiunta di diversi professionisti, uniti (lavorativamente, solo lavorativamente) da un Project Manager al fine di concentrare gli sforzi su un unico obiettivo.

Fino ad ora i freelance e le Web Agency sono stati intesi e adoperati come due offerte commerciali differenti: le spese della struttura sostenuta dalla web agency veniva ripagata dalla coesione del team ma pesava sulle spese di gestione che influivano al momento della stipula di un contratto, che quindi in ogni caso ne veniva “modificato”.

In realtà la differenza tra “lavoro in gruppo” e in solitario non appartiene più alle due parole indicate poco sopra, ma si tratta di una scelta organizzativa del singolo: si può organizzare una “web agency” lavorando in remoto e coordinando i membri online, o si può lavorare come freelance al fianco di un team consolidato.

Le novità in campo lavorativo non sono altro che delle risposte adattive al mercato e alle forme fiscali presenti, oltre che ai bisogni delle aziende che riescono a influenzare il loro indotto, in molti casi formato da varie tipologie di specialisti.

In ogni caso, quale che sia la struttura organizzativa ed economica sottesa al progetto, lo sviluppo dell’economia digitale ha ormai liberato il mondo del lavoro dai vecchi paradigmi, cercando di restituire una (simile alle precedenti anche se intrinsecamente diversa) forma di libertà.