Content marketing: come sfruttarlo a seconda dei media
A seconda dei media che vengono utilizzati per il content marketing, le strategie che devono essere ideate e messe a punto sono differenti: un conto, infatti, è gestire un blog e un conto è concentrarsi sulle strategie di engagement sui social.
Partiamo dai blog, dunque: il content marketing è decisivo in questo ambito solo se si capisce che non ha a che fare unicamente con la pubblicazione di articoli o di post. I lettori devono poter essere accontentati in tanti modi diversi, e per questo è bene imparare a intercettare le query sui motori di ricerca e, in particolare, su Google. In altri termini, una volta che sono state identificate le ricerche informazionali si deve procedere creando degli articoli che le soddisfino. Il content marketing non si deve limitare a ciò, ma può presupporre anche il ricorso alle grafiche, alle foto, ai video e a tutti gli altri tipi di documenti che possono essere implementati. In questo scenario, non ci si deve dimenticare del boom della navigazione in mobilità: oggi si preferisce usare Internet da uno smartphone e non dal computer.
Merita di essere approfondita anche la relazione tra il content marketing e l’inbound marketing, tenendo presente che non si tratta di due realtà opposte ma neppure di due concetti sovrapponibili. L’inbound marketing, in effetti, coinvolge tutte le funzioni all’interno di un’azienda, mentre il content marketing ha a che fare con la produzione di contenuti che si concentrano sulle esigenze della clientela. Tra gli strumenti di content marketing che possono essere utilizzati in questo senso ci sono gli e-book, le video-guide e le infografiche che contengono statistiche.
Content marketing e creazione contenuti web meritano di essere presi in considerazione anche per il link building naturale al riparo da eventuali penalizzazioni da parte di Google. Per evitare situazioni del genere, è necessario che i contenuti che vengono prodotti siano di alta qualità: la superficialità deve essere messa al bando, così come ogni testo poco rilevante o comunque non sufficientemente informativo. Perché sia riconosciuta a un certo contenuto dignità di esistenza è necessario che esso serva davvero al pubblico: e Google è in grado di capirlo analizzando quello che gli utenti fanno – cliccano, scrollano, e così via – su un certo sito. Anche il keyword stuffing è deleterio per il content marketing: la ripetizione eccessiva e inutile di parole chiave non solo si dimostra superflua, ma è addirittura destinata a risultare dannosa. Un tempo in realtà era una strategia Seo molto diffusa, ma gli algoritmi di Google sono cambiati, ed è necessario adeguarsi.
Per quel che riguarda le strategie di engagement sui social network, infine, lo scopo del content marketing deve essere quello di incrementare il tasso di coinvolgimento degli utenti di un certo profilo o di una certa pagina. A tale scopo è fondamentale avere la competenza necessaria per misurarlo, anche per monitorare l’efficacia del piano che si sta adottando. Il cosiddetto pensiero strategico prevede di mettere a punto un piano costituito da specifiche azioni che consentano di raggiungere obiettivi quantificabili e che, quindi, possano essere misurati. Non bisogna mai sottovalutare l’importanza di porre delle domande al pubblico, dal momento che in questo modo gli utenti si sentiranno protagonisti e al centro della scena: così il livello di engagement è destinato a crescere in misura significativa. Anche la creazione di sondaggi è preziosa da questo punto di vista, in quanto consente di generare una interazione con gli utenti istantanea. I fini con i quali vengono concepiti i sondaggi possono essere differenti: essi si rivelano utili in vista del lancio di un nuovo prodotto o per ottenere un feedbacka proposito di un certo servizio, ma anche per conoscere le preferenze della comunità.