Strategie di marketing on line

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In ogni progetto che incominci in Internet, sia di quel che sia, i primi due punti vanno a definire un obiettivo e a mettere in atto una strategia. In effetti possiamo dire che il resto (programmazione, plugin, contenuto, modello di redditività) arriva abbastanza dopo.

Il fatto è che dalla mia esperienza vedo che nella stragrande maggioranza dei casi i progetti web che finiscono nelle mie mani non hanno ben definito un obiettivo e la strategia di solito manca e mi viene detta una frase tipo: “Non so, come vuoi, sei tu il professionista”.

Ovviamente la cosa naturale è che questi progetti non arrivino a buon fine. E con ragione.

Questo è il motivo per cui oggi mi sono permesso il lusso di occupare per un giorno il blog del mio collega Luis Villanueva, per offrirti qualcosa di molto speciale:

Le 5 strategie base per un progetto on line

Sì, per il progetto rigorosamente on line con 5 strategie hai tutti gli strumenti e concetti di cui hai bisogno affinché il 90% dei progetti vengano fuori con agio.

Un’altra cosa è quando mescoliamo l’off line e l’on line, la cosa si complicata, ma quello è per un altro post, o addirittura per un master decente.

Io sono sicuro che quando tu abbia letto il primo paragrafo almeno ti sarai sorpreso e infatti penso che sarai sorpreso un poco di più quando le vedrai.

Affinché tutto sia un poco più organizzato, ti ho diviso le strategie ognuna in quattro fasi diverse.

OBIETTIVO 1: AUMENTO DEL DATABASE

Questa la metto come prima opzione perché è quella che tentiamo quasi tutti i blogger (infatti io l’uso su ReAplicante, ovviamente) e per me è evidente che è uno dei settori più potenti dei lettori di questo blog.

Ti hanno detto migliaia e migliaia di volte che il denaro è nella lista di email e sai? Hanno tutta la ragione!

Ma naturalmente quando incominci un progetto non hai alcuna idea di come ottenerli.

Fase 1: Creazione dell’attivo digitale

La prima cosa da fare per ottenere un database non è né più né meno che creare un attivo digitale, che altro non è che un sito web, un blog, un comparatore, un tester o, in breve, qualcosa dove puoi inviare del traffico.

Ma, quando incominci col compito devi avere presente il design e il formato di questo attivo, poiché deve essere progettato affinché l’utente voglia usarlo e sia comodo.

In poche parole: devi imparare molto su usabilità web (UX) e misurare molto bene ciò che succede.

Fase 2: Raccolta di traffico

La fase successiva di qualsiasi strategia è che, una volta hai l’attivo, gli devi dare traffico.

Per una strategia di crescita del database le fonti di traffico più redditizie normalmente sono:

  • Traffico SEO, infatti, nel 95% dei casi sarà la tua fonte di traffico principale (o almeno dovrebbe esserlo).
  • Traffico di SEM e Mezzi, ti darà un minore rendimento ma anche così, se lo fai bene, ci sono buone possibilità.
  • Traffico delle reti sociali, sempre insieme a una strategia di virilizzazione dei contenuti in concreto. Cioè, ti di solito ti darà una crescita puntuale.

Fase 3: Conversione

Una volta che hai traffico quello che c’interessa è che venga trasformato, e nel nostro caso quella trasformazione è che ci lasci qualche dato.

Affinché ciò avvenga, devi prestare attenzione principalmente a tre sezioni:

  • I dati (quantità e qualità) che stai chiedendo. Lo sai, più dati e più sensibili sono, minor conversione.
  • I CTA’s che siano ben visibili e coerenti col design, qualcosa che è tutta un’arte.
  • I processi per raggiungere a obiettivo, dal fatto che se tu abbia o meno dei formulari con varie fasi fino alle regole di mostra di un pop-up.

Qui non c’è un’altra ricetta da misurare, testare e tornare a misurare.

Fase 4: Redditività

Una volta che hai a disposizione una serie di dati, a seconda del segmento e della qualità degli stessi, ti rimane sfruttarli.

La cosa più normale è fare email marketing, benché a seconda dal settore e dei dati che disponi, puoi sfruttare quel database in un’altra forma, ad esempio tramite chiamate telefoniche o persino via pushes o cookies nel suo PC o cellulare.

Obiettivo 2: progetto di e-commerce che vuole vendere di più

 Cioè, quello che vogliamo con quest’obiettivo è incrementare le vendite transazionali nel proprio sito web, detto con altre parole: che l’utente finisca da solo l’acquisto.

Fase 1: Creazione dell’attivo

In questo caso ciò che funziona meglio sono le  soluzioni di e-Commerce (vale a dire Prestashop, Woocomerce o Magento) e a volte puoi anche fare dei buoni primi passi con landing page o addirittura con applicazioni mobili.

Fase 2: Traffico

In materia di traffico non cambia molto rispetto al punto precedente.

Infatti, in un progetto di e-Commerce, la più potente fonte di traffico di solito è l’organico con vari corpi di vantaggio sul resto.

Ebbene, di solito un buon contributo di traffico proveniente da campagne SEM, (di solito campagne di Google Search o Remarketing) ti farà bene.

Fase 3: Comportamento

La vendita transazionale in un e-Commerce ha una peculiarità:  l’utente deve vedere un sacco di pagine prima di comprare nel tuo sito.

Inoltre, siccome spenderà dei soldi ci penserà molto più che nel caso anteriore, confronta, guarda la concorrenza e normalmente non compra al primo colpo.

Per aiutarti in questo punto è necessario il supporto dell’analitico web, che ti dà molti parametri importanti circa il comportamento e dei punti di fuga nel processo pre-checkout, cioè, prima di iniziare la passerella di pagamento.

Fase 4: Migliorando la trasformazione in vendita

Se vuoi migliorare la conversione in vendita, e in un progetto che abbia come obiettivo la vendita lo vorrai, la cosa più importante è quella di rivedere il tuo funnel.

Per funnel mi riferisco a tutto il processo, da quando l’utente preme “Finalizzare vendita” (o simile), fino a quando il prodotto arriva in casa del cliente ed stia aprendo il pacco.

Per ciò hai due strumenti fondamentali:

  • Da un lato c’è Google Analytics con un funnel ben costruito passo per passo ed il modulo di commercio elettronico migliorato.
  • Dall’altro lato hai un telefono per chiamare il cliente e confermare che è andato tutto a buon fine.

OBIETTIVO 3: BRANDING, ATTENZIONE AL CLIENTE E REPUTAZIONE

Questo tipo di strategie sono molto diverse alle prime due e se fai attenzione i grandi marchi usano premiarle abbastanza.

Ho messo sia il branding come l’assistenza al cliente e la reputazione on line perché in realtà tutte cercando la stessa cosa: traffico economico, una buona esperienza dell’utente e parametri che non hanno nulla a che fare con valore monetario.

Fase 1: Creazione dell’attivo

Qui ti serve quasi qualunque cosa, ma preferibilmente in questo elenco ci sono tre diverse possibilità:

  • Un web, sia sito o microsito con qualcosa di spettacolare.
  • I conti corporativi delle reti sociali.
  • Applicazioni mobili.

Fase 2: Traffico, traffico e altro traffico

Qui non c’è vendita, quindi t’interessa che il traffico sia di qualità (sempre!), ma che inoltre sia a buon mercato, affinché abbia i massimi impatti di marchio possibile.

Detto questo, in questo tipo di strategie la cosa normale è che il traffico che prevalga sia SEM e mezzi, soprattutto nei suoi formati di display che sono più economici.

Se siamo in cerca di rilevanza, evidentemente in questo punto vincono il confronto le reti sociali con grande dose di pubblicità, soprattutto su Facebook e Twitter.

Come terzo passo avresti il traffico di SEO, ma per quello devi essere già un marchio riconosciuto.

Fase 3: Incremento di massa critica

Ciò che vuoi è traffico che abbia un ricordo sul tuo marchio, ma questo è il secondo passo, il primo è che ti conoscano!

Per fare questo bisogna migliorare l’engagement organico, sia sul web, con parametri di ricordo e ritorno, che nelle reti sociali.

Questo ragionamento, se ci pensi bene, ti serve ugualmente per l’attenzione al cliente e perfino meglio per le strategie di protezione della reputazione on line.

Fase 4: Trasformazione… a qualcosa di etereo

Grazie a questo puoi misurare qualcosa di simile a una trasformazione ma, come ti dicevo prima, a niente di monetario.

Da un lato puoi misurare come passa il tempo gestendo le proteste e suggerimenti nella tua assistenza al cliente e il suo grado di soddisfazione, persino compilando sondaggi.

Dal altro lao puoi anche gestire la percezione del marchio che ha la tua comunità e il resto di Internet che non appartiene alla tua comunità.

Infine, puoi misurare i gradi di memoria del tuo marchio.

Forse ti sembri un po’ una strategia bluf, ma se fai attenzione, i grandi marchi come Coca-Cola o Nestlé giocano a calcio. E se la cavano pure bene!

OBiettivo 4: Miglioramento Di udienza

Il nome forse non lo hai mai sentito, ma in realtà mi sto riferendo a un aumento di traffico e un miglioramento nel suo comportamento.

Ora è quando pensi: Sergio, che diavolo necessita questo? E sarò felice di rispondere: Assolutamente tutti i mezzi digitali che vivono in parte di pubblicità programmatica, cioè, vivono di vendita di impressioni, perfino secondi d’impressioni.

Fase 1: Creazione di attivo

Qui il premio è per il formato web, blog o magazine, sebbene altri attivi come applicazioni mobili o reti sociali sono un buon supporto. Ma solo quello, un buon supporto.

Fase 2: Traffico

Vuoi tonnellate di traffico, più ce n’è meglio è.

Vuoi traffico di qualità, perché quante più pagine veda ogni utente, più impressioni hai, e quanti più secondi stiano, più annunci puoi vendere alle marche.

Per quello, senza dubbio, la cosa migliore è quella di continuare a ottenere traffico di posizionamento web grazie al contenuto che non scade (evergreen), in questo modo ogni contenuto che pubblichi ti darà visite e impressioni di mese in mese.

Ma ovviamente, se sei un mezzo d’informazione non puoi lasciare da parte le notizie, che daranno spinte momentanee.

In modo secondario hai il traffico proveniente dalle reti sociali, da ciò che tu riesca a virilizzare (quello succederà poche volte), tuttavia, la cosa normale è che giocartela con SEM+Mezzi sia un suicidio.

Fase 3: Fidelizzazione

Una volta che l’utente entra, quello che vuoi è che ritorni il più presto possibile.

Per ciò ci sono diversi metodi di fidelizzazione, uno di questi è abilitare la sottoscrizione per e-mail, un altro è fare guide periodiche, ecc.

D’altra parte, vuoi anche migliorare la rilevanza, per ciò hai bisogno di link, e per ottenerli hai bisogno di ciò che viene chiamato “Attivi linkabili“.

La definizione colloquiale è: “Un attivo linkabile è qualunque cosa che sia suscettibile a essere collegata per la sua qualità”, cioè va bene un whitepaper, una guida, un’infografica o persino un widget.

Fase 4: Conversione

Con tutto questo dobbiamo misurare come migliorano tre punti differenziali:

  • Il traffico in generale, cioè, le impressioni. La sfida è di prendere in considerazione valori come la stagionalità e i picchi puntuali.
  • La massa critica di utenti, cioè, quante IP uniche (a livello persona è molto difficile che ci arrivi) ti visitano in un periodo.
  • Come migliora il suo comportamento, cioè, la lunghezza di permanenza e le pagine viste per utente.

OBiettivo 5: CONVERSione TELEFonica

La metà di quelli che siano arrivati fino a qui penseranno che sia diventato completamente pazzo parlando di Internet e di un’invenzione come il telefono, ma nulla potrebbe essere più lontano dalla verità.

Ci sono campagne molto potenti che si chiudono per conversione telefonica nell’immensa maggioranza dei casi, e ora ti faccio degli esempi di sezioni che sono di quelli che più denaro consumano su Internet in qualsiasi paese del mondo:

  • Imprese di telefonia e Internet.
  • Banche.
  • Assicurazioni.

Oggidì la percentuale di persone che contratta la sua ADSL o Fibra, la sua tariffa di telefono o chiede informazioni per un prestito o un’ipoteca è molto maggiore per telefono che attraverso il formulario.

In generale, quanto più costosa o più ci compromette la vendita, più dubbi ci sorgono, e a tal fine ricorriamo al telefono, e ancora di più quando l’ufficio è lontano o è chiuso in quel momento.

Fase 1: Creazione di attivo

Qui ci servono indistintamente tre elementi:

  • Un web, soprattutto se è di marchio.
  • Una landing page alla quale deriveremi traffico qualificato.
  • Un’app mobile con molta capillarità (scariche).

Fase 2: Ottenimento di traffico

Questa fase ha come re la classica coppia di traffico di SEO + traffico di SEM, ciascuno con i suoi rendimenti, ma entrambi tendono a farti guadagnare soldi.

Non ho intenzione di dire molto di più su questo, equivarrebbe a ripetermi un sacco.

Fase 3: Call To Action (CTA)

È senza dubbio il principale elemento di questa campagna, poiché i CTA sono gli elementi di conversione (pulsanti, pop-up e altre belle cose) che l’utente preme per mettersi in contatto con te.

Per migliorare la conversione hai due possibilità:

  • Muoviti attraverso i formulari di contatto, (catturi il lead e lo servi freddo).
  • Promuovi la vendita telefonica, lo puoi anche fare con un clic to call (catturi il lead e lo servi caldo).

Fase 4: Conversione

Va da sé ha che la conversione del lead caldo è molto maggiore di quello freddo, ecco qualcosa di fondamentale: quando chiami qualcuno che sta vedendo il tuo web e sta pensando di comprare ma ha dei dubbi, hai molte più probabilità di successo che se lo chiami dopo mezz’ora quando il potenziale cliente sta facendo un’altra cosa, come passeggiare con il cane o fare la spessa.

Conclusioni

Forse pensi che hai un progetto troppo complesso nel quale vuoi fare un sacco di cose alla volta. In questo caso devi prendere varie di queste strategie di base e mischiarle, definendo molto bene i KPI’s.

Ad esempio, se vuoi vendere col tuo e-Commerce e fare marchio. Semplice: fai le due cose seguendo i passi delle due strategie in parallelo!

Tuttavia, al momento della misurazione, misura gli obiettivi separatamente e vedrai il rendimento di ognuno di essi e le sinergie che sono in grado di darti.